1. Come posso capire di aver bisogno di uno psicologo/psicoterapeuta ?

In generale, se una persona vive da almeno tre mesi una condizione di sofferenza psichica e /o emotiva, caratterizzata da stati emotivi persistenti come angoscia, ansia, paura, tristezza, rabbia, insofferenza verso sè o altri, senso di oppressione; agisce in maniera insolita o è chiuso in sè, perde il controllo di sè e del proprio corpo, trascura il lavoro o gli studi, gli impegni abituali e le responsabilità  quotidiane. In concomitanza possono insorgere sintomi fisici quali insonnia persistente, inappetenza, malessere generale e debolezza, incapacità  a concentrarsi, tachicardia e tremori, emicranie.

Ma anche quando:
a) una persona si sente "in crisi" e non riesce a stabilire la causa di questa sofferenza;
b) si vivono relazioni insoddisfacenti;
c) la vita professionale è motivo di angoscia, o si attraversa una fase di blocco nello studio;
d) la quotidianità  è fatta di angoscia, tristezza, rabbia, pensieri ossessivi e comportamenti aggressivi verso se stessi o verso gli altri;
e) si percepisce la necessità  di approfondimenti inerenti la conoscenza di sè, anche per non cadere in quei circoli di sofferenza che sembrano costantemente ripetersi nella propria vita, nonostante gli sforzi per evitarli;
f) in ultima analisi, per stare meglio con se stessi e con gli altri.

2. Cosa sono le sedute di sostegno psicologico?

Sono colloqui di approfondimento sulle tematiche psicologiche e relazionali. Sono incontri della durata di 50 minuti circa, integrate, secondo le esigenze, da strumenti di valutazione clinica (colloquio e test psicodiagnostici e del funzionamento mentale). L'obiettivo è¨ quello di agevolare una riorganizzazione mentale favorendo un'individuazione di risorse e strategie personali adeguate fondate su una maggiore conoscenza di sè attraverso una relazione che si sostanzia non solo di parole, ma assume i connotati di incontro trasformativo.

3. Cos'è la psicoterapia

La psicoterapia è una pratica terapeutica della psicologia clinica, ad opera di uno psicoterapeuta (psicologo o medico, adeguatamente specializzato), che si occupa della cura di disturbi psicopatologici della psiche di natura ed entità diversa, che vanno dal modesto disadattamento o disagio personale fino alla sintomatologia grave, e che possono manifestarsi in sintomi nevrotici oppure psicotici tali da nuocere al benessere di una persona fino ad ostacolarne lo sviluppo, causando fattiva disabilità  nella vita dell'individuo.
L'intervento psicoterapeutico si differenzia in base al tipo di orientamento del terapeuta. Ci si può avvalere di una molteplicità di tecniche e strumenti differenti in psicoterapia, in linea con le più recenti scoperte in ambito neuroscientifico, ma la relazione rimane lo strumento per eccellenza. Una buona Relazione e alleanza terapeutica rappresentano i presupposti essenziali per il buon esito della terapia.

• Che cos'è la psicoterapia.

• Perchè la psicoterapia è efficace.

• Cosa succede in seduta.

• Psicoterapia e cervello.

4. Perchè una psicoterapia cognitivo-comportamentale a indirizzo costruttivista ed evoluzionistico?

Il cognitivo-comportamentale è l'orientamento maggiormente riconosciuto dall'Organizzazione Mondiale della Sanità  nel trattamento della maggior parte dei disturbi mentali e della sofferenza psicologica, per via della mole di studi scientifici sulla comprovata efficacia del trattamento. Ad oggi, l'evoluzione di terza generazione dell'orientamento cognitivo comportamentale in ottica relazionale ha contribuito all'ulteriore complessificazione e all'efficacia dei trattamenti, in sintonia con le linee guida della comunità  scientifica internazionale e della stessa O.M.S.
L'obiettivo dell'intervento consiste nella presa in carico della totalità  del paziente. L'attenzione al sintomo e ai suoi correlati cognitivi, emotivi, fisiologici, relazionali e comportamentali rappresenta il punto di partenza nell'esplorazione di Sè, sulla via di un cambiamento che non è mai solo intra-psichico, ma anche interpersonale e familiare, secondo l'ottica post-razionalista.
L'integrazione con l'approccio evoluzionistico è ciò che permette di connettere l'intervento con le conoscenze sulla mente umana e sul cervello mutuati dalle neuroscienze e dagli studi in ambito neurologico, neuropsicologico, neurofisiologico e psicobiologico, in sintonia con la moderna psico-neuro-endocrino-immunologia (P.N.E.I.).
La visione costruttivista completa l'approccio terapeutico mediante la visione dell'unicità  e irripetibilità  di ogni singolo individuo all'interno di un sistema relazionale, che va al di là di sintomi, etichette e riduttive categorie diagnostiche. In quanto scienza, il cognitivismo clinico è un continuo "Work in progress" e mai un punto di arrivo definitivo. Per questo motivo, l'aggiornamento a tecniche riconosciute a livello internazionale come maggiormente efficaci è costante e rappresenta il ventaglio di proposte terapeutiche messe a disposizione del cliente, previa completa esemplificazione delle stesse.
Il punto di arrivo della terapia condiviso col cliente, e continuamente riformulato, non è la vera risoluzione del sintomo, ma lo sviluppo di risorse interne in ottica preventiva e orientate ad un benessere sempre maggiore nel percorso evolutivo di ognuno.

5. Lo psicologo può prescrivere farmaci?

No. Lo psicologo, non può prescrivere farmaci. Si occupa esclusivamente di curare i malesseri psichici tramite l'uso dell'empatia e del linguaggio, strutturando insieme al paziente un piano di lavoro psicologico mirato e personalizzato. In quanto professionista della mente umana e della relazione, lo psicologo è cosciente del fatto che, in alcuni casi, i farmaci costituiscano un valido aiuto in integrazione al proprio lavoro (specialmente per contenere gli stati di sofferenza più acuta), ma che non siano sufficienti, in molti casi, al superamento effettivo della condizione di sofferenza e stagnazione connesse alle problematiche profonde in cui si potrebbe ricadere, una volta interrotto il farmaco stesso

6. Lo psicoterapeuta puè prescrivere farmaci?

Secondo la legislazione italiana possono accedere alla qualifica di psicoterapeuta solo i laureati in psicologia o in medicina, in seguito a superamento del rispettivo esame di stato per l'abilitazione professionale. Le scuola di specializzazione in psicoterapia, di differenti orientamenti, possono essere pubbliche o private e sono a numero chiuso. La durata della specializzazione varia dai 4 ai 5 anni. Lo psicoterapeuta laureato in medicina può prescrivere farmaci, a differenza del professionista psicologo. Solitamente, nel caso in cui il professionista valuti la necessità  di una co-terapia farmacologica, ci si avvale della collaborazione di uno psichiatra di fiducia, al fine di garantire la massima efficacia di trattamento in totale sicurezza.

7.Quanto dura un ciclo di sedute?

A seconda del funzionamento mentale del paziente sulla base dei dati raccolti in fase di assessment e della gravità /cronicità  della sintomatologia presentata vengono prospettati in fase iniziale i tempi di lavoro. L'approccio cognitivo-comportamentale è orientato alla praticità  e alla brevità del percorso di cura, andando ad incidere direttamente sui sintomi. Va comunque premesso che, in alcuni casi, un intervento breve e strategico non sia possibile e, per questo, si valuterà  in ottica condivisa un piano di cura funzionale ad hoc, tenendo conto della disponibilità  mentale, fisica ed economica del paziente e della praticabilità  di un intervento che risulti efficace dal punto di vista scientifico e soddisfacente.

8. Quanto costa andare da uno psicologo/psicoterapeuta?

Le tariffe sono regolate dall'Ordine degli Psicologi e possono discostarsi in base al tipo di percorso richiesto o necessario al paziente. Durante il primo incontro con il professionista e dopo un'approfondita valutazione, lo stesso potrà proporre il proprio onorario per la seduta di consulenza iniziale, per i successivi eventuali colloqui o per le specifiche prestazioni che si rendono necessarie, ed eventualmente concordare con il paziente il costo, la frequenza e tutti gli aspetti che riguardano la prestazione professionale.
Il costo delle mie sedute varia da 40 a 80 euro, a seconda della tipologia di prestazione offerta.

9. Se vado da uno psicologo/psicoterapeuta vuol dire che sono malato o "matto"?

Il dolore psichico, la sofferenza, l'ansia, anche i comportamenti più bizzarri, sono segnali d'allarme, che dicono: "Non sei felice, non vivi nel modo giusto per te, non sei libero", e rappresentano un modo primitivo per risolvere i propri problemi. Quindi, in generale, non c'è nessun "cattivo funzionamento", al contrario ognuno cerca di risolvere un problema usando il mezzo/metodo che la sua mente crede migliore o l'unico possibile. Il dolore, però, ci avverte che la soluzione adottata non basta o non è idonea. Andare dallo psicologo serve a comprendere l'origine del dolore e a sviluppare una strategia per risolverlo attraverso la conoscenza di sè. Non esistono funzionamenti sbagliati, o "malattie", ma individui e modi di essere unici, così come uniche saranno le vie di uscita verso nuovi inizi.

Per informazioni maggiormente dettagliate è possibile consultare il Codice Deontologico degli psicologi italiani al seguente link:

http://www.psy.it/codice-deontologico-degli-psicologi-italiani

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Dott. Fabio Borghino, Psicologo clinico e Counselor, Psicoterapeuta, Sessuologo clinico

Centro Clinico Salus Gentis

Corso Piemonte 195/B

12037, Saluzzo (Cuneo)


Tel.: 3407275095 - Email : Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - sito internet: www.salusgentis.it